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BRANDED 

Works for
Fondazione
Lavazza

A Cup of learning! Lavazza training programme

written and directed by Stefano Conca Bonizzoni

CLIENTE: Fondazione Lavazza

Creativity SCBLab

Sound Design: XLR STUDIO

Spot Fondazione Lavazza

written and directed by Stefano Conca Bonizzoni

CLIENTE: Fondazione Lavazza

Post produzione and VFX: SCBLab

Sound Design: XLR STUDIO

La Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza Onlus, nata nel 2004, è arrivata nel corso degli anni ad avere al suo attivo 32 progetti in 20 paesi e 3 continenti, di  cui beneficiano oltre 136.000 coltivatori di caffè. Obiettivo comune dei programmi è lo sviluppo di un’imprenditorialità sostenibile che generi il conseguente miglioramento delle condizioni di vita dell’intera comunità.

 

La Fondazione sostiene l'autonomia delle comunità locali attraverso la valorizzazione del lavoro delle donne e il coinvolgimento delle nuove generazioni. Promuove le buone pratiche agricole per migliorare la resa delle coltivazioni e la qualità del caffè e propone l'introduzione di strumenti tecnologici per contrastare gli effetti del cambiamento climatico.

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I progetti puntano anche sulla diversificazione delle produzioni, per combattere l'impoverimento del suolo, e sulla riforestazione, per favorire la conservazione dell'ecosistema. La realizzazione di tutte queste attività è affidata ad operatori locali, come agronomi, formatori e istituzioni, per facilitare il coinvolgimento delle comunità produttrici e costruire rapporti di fiducia tra i soggetti coinvolti.

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Galleria

Spot Progetti Meta, Colombia

written and directed by Stefano Conca Bonizzoni

con Francesco Sanapo

CLIENTE: Fondazione Lavazza

Creativity SCBLab

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Covid 19

Gesti Ritrovati

A project for Canon Italia e La Romana

What gestures have we lost while shutting ourselves up at home? A distance from others and from the possibility of carrying out those actions that build our being in the world. Milan, Turin, Padua, Rome and Rimini are reborn after the pandemic and are documented by 5 award-winning filmmakers who recount the rebirth of a country after the event that turned our lives upside down. 

Gesti Ritrovati 2

written and directed by Stefano Conca Bonizzoni CLIENTE:  Canon Italia , La Romana 

Filmmaker: Danilo Monte, Marcello Merletto , Stefano Petti, Simone Falso

Creativity SCBLab

Sound Design: XLR STUDIO

Gesti Ritrovati 1 

written and directed by Stefano Conca Bonizzoni CLIENTE:  Canon Italia , La Romana 

Filmmaker: Danilo Monte, Marcello Merletto , Stefano Petti, Simone Falso

Creativity SCBLab

Sound Design: XLR STUDIO

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Galleria

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Sfondo futuristico astratto

HITRI plus - CNAO

Prodotta da Hitriplus prj, Cnao
Regia di Stefano Conca Bonizzoni

Dop Anna Recalde
Soud design di Andrea Rainoldi

The treatment of tumors through hadrontherapy presupposes the use of a complex particle accelerator, called synchrotron, whose function is to decompose atoms and create beams of subatomic particles (protons and carbon ions) to be directed towards tumor cells to destroy them. The synchrotron technology is similar to that used by CERN in Geneva, but unlike the accelerators in physics laboratories, the synchrotron was designed and built ad hoc for the clinical treatment of cancer patients. The synchrotron supplied to the CNAO in Pavia is the only one in Italy capable of extracting carbon ions from the atom, which are the most powerful particles for the treatment of tumors resistant to traditional radiotherapy or inoperable. There are only 5 other centers in the world that can do it.

© 2023 by Stefano Conca Bonizzoni

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Medici guardando X- Raggi

ll trattamento dei tumori tramite adroterapia presuppone l’utilizzo di un complesso acceleratore di particelle, detto sincrotrone, la cui funzione consiste nello scomporre gli atomi e nel creare fasci di particelle subatomiche (protoni e ioni carbonio) da indirizzare sulle cellule del tumore per distruggerle. 
La tecnologia del sincrotrone è analoga a quella utilizzata dal CERN di Ginevra, ma a differenza degli acceleratori dei laboratori di fisica, il sincrotrone stato progettato e realizzato ad hoc per il trattamento clinico di pazienti oncologici.

Il sincrotrone in dotazione al CNAO di Pavia è l’unico in Italia capace di estrarre dall’atomo anche gli ioni carbonio, che sono le particelle più potenti per il trattamento dei tumori resistenti alla tradizionale radioterapia o non operabili. Nel mondo esistono solo altri 5 centri in grado di farlo. 

Sulle sponde di un mare scomparso, riemerge la storia degl'italiani di Crimea e della loro deportazione nelle gelide steppe kazake nel 1942, un olocausto le cui tracce si confondono con il ritratto di un luogo e il racconto dei sopravvissuti. Il film documentario ci trasporta a Kerch, in Crimea, dove una minoranza di origine italiana giunta laggiù nel corso del 1800, lotta perché la loro storia venga riconosciuta e raccontata. Questa comunità di italiani nel 1942 venne accusata di sostenere il regime fascista e di aver collaborato con le truppe tedesche durante l'occupazione della città. Tra il 29 e il 30 gennaio i soldati sovietici incominciarono la deportazione degli italiani. Tutta la comunità venne fatta salire su treni merci alla volta delle gelide steppe kazake. Il primo vagone venne sganciato sul lago d'Aral. All'epoca gli abitanti di quei luoghi lo chiamavano mare, era il quarto bacino idrico più grande al mondo, e riforniva di pesce tutta l'Unione Sovietica. Solo alcuni, dopo la morte di Stalin, riuscirono a fare ritorno a Kerch.

Sulle sponde di un mare scomparso, riemerge la storia degl'italiani di Crimea e della loro deportazione nelle gelide steppe kazake nel 1942, un olocausto le cui tracce si confondono con il ritratto di un luogo e il racconto dei sopravvissuti. Il film documentario ci trasporta a Kerch, in Crimea, dove una minoranza di origine italiana giunta laggiù nel corso del 1800, lotta perché la loro storia venga riconosciuta e raccontata. Questa comunità di italiani nel 1942 venne accusata di sostenere il regime fascista e di aver collaborato con le truppe tedesche durante l'occupazione della città. Tra il 29 e il 30 gennaio i soldati sovietici incominciarono la deportazione degli italiani. Tutta la comunità venne fatta salire su treni merci alla volta delle gelide steppe kazake. Il primo vagone venne sganciato sul lago d'Aral. All'epoca gli abitanti di quei luoghi lo chiamavano mare, era il quarto bacino idrico più grande al mondo, e riforniva di pesce tutta l'Unione Sovietica. Solo alcuni, dopo la morte di Stalin, riuscirono a fare ritorno a Kerch.

Sulle sponde di un mare scomparso, riemerge la storia degl'italiani di Crimea e della loro deportazione nelle gelide steppe kazake nel 1942, un olocausto le cui tracce si confondono con il ritratto di un luogo e il racconto dei sopravvissuti. Il film documentario ci trasporta a Kerch, in Crimea, dove una minoranza di origine italiana giunta laggiù nel corso del 1800, lotta perché la loro storia venga riconosciuta e raccontata. Questa comunità di italiani nel 1942 venne accusata di sostenere il regime fascista e di aver collaborato con le truppe tedesche durante l'occupazione della città. Tra il 29 e il 30 gennaio i soldati sovietici incominciarono la deportazione degli italiani. Tutta la comunità venne fatta salire su treni merci alla volta delle gelide steppe kazake. Il primo vagone venne sganciato sul lago d'Aral. All'epoca gli abitanti di quei luoghi lo chiamavano mare, era il quarto bacino idrico più grande al mondo, e riforniva di pesce tutta l'Unione Sovietica. Solo alcuni, dopo la morte di Stalin, riuscirono a fare ritorno a Kerch.

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